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A Roma bella serata con Signani e Forte sempre campioni
Il 14 dicembre 2007 forse è stata l’ultima data in cui entrò la boxe nelle storiche mura di quello che all’epoca si chiamava PalaLottomatica, mentre la prima riunione inaugurativa dell’impianto che fu costruito per le Olimpiadi romane fu quella organizzata da Rino Tommasi il 4 giugno 1960 che vedeva come match clou la sfida tra Giulio Rinaldi e il francese Germinal Ballarin sulle 12 riprese. Un’ epoca magica con il Palasport strapieno e con altri grandi protagonisti come Giordano Campari, Sergio Caprari, Franco Nenci, Fred Galiana e Mario Sitri. Come detto il 14 dicembre 2007 il “Palazzone” chiuse i battenti alla boxe con la riunione organizzata da Francesca Minardi e che vide sul ring la sconfitta di Vincenzo Cantatore ad opera del danese Johny Jensen, titolo europeo dei Cruiser, con un contorno che vedeva protagonisti Emanuele Della Rosa, Emanule Blandamura e Maurizio Lovaglio.
Quindi dopo un lungo “digiuno” il Palazzone” dell’ EUR ha riaperto i battenti alla boxe per merito della Opi Since 82 della famiglia Cherchi e della Matchroom di Eddie Hearn. Una scommessa per ridare una maggiore dignità al nostro sport che si è presentato con un elegante abito da sera, anche se come era nelle previsioni con un pubblico ridotto e con tutte le attenuanti del Covid. La serata oltrettutto si avvaleva della trasmissione televisiva su DAZN, visibile in ben 200 nazioni.
L’ EBU per certi versi l’ha fatta da padrone con un titolo europeo dei medi e con un titolo Ue dei piuma disputato da due italiani. Nei medi il campione Matteo Signani (+ 31, -5, = 3), 42 anni, ha difeso vittoriosamente il titolo superando in 12 riprese lo spagnolo Ruben Diaz (+ 26, – 3, =2) in un match non bello esteticamente, ma con una trama ben precisa da parte dei due protagonisti. Lo spagnolo cercava la soluzione di forza magari con qualche colpo isolato, mentre il nostro “Giaguaro” non cadeva nel trabocchetto di tenute e soprattutto sapeva ben districarsi nei ripetuti corpo a corpo. Per certi versi il verdetto non è stato mai in discussione, semmai le ferite ai sopraccigli potevano dire la loro. Diaz ha cominciato dal VI round fino a quasi chiudere con il passare dei minuti l’occhio sinistro, in un paio di riprese fatto visionare al medico che dava l’ok per continuare. Dalla nona ripresa anche lo zigomo sinistro di Signani si tingeva di rosso. Vittoria netta di Matteo Signani, sornione quanto basta per portare a casa un verdetto, frutto di una tattica intelligente che lo ha visto arrivare a segno con regolarità quando il match s’incanalava alla media e lunga distanza. Il verdetto appariva scontato con i tre giudici che assegnavano al romagnolo 115-113, 117-112 e 116-112, ancora saldamente su quel trono, che vide sempre buoni protagonisti i nostri campioni del passato.
Mauro Forte (+ 16, = 2), campione UE dei piuma, era chiamato alla prova più difficile della sua carriera, nell’affrontare il piemontese Francesco Grandelli (+ 15, -1, = 2), un pugile che sembra migliorare match dopo match. Incontro spettacolare e scintillante con continui capovolgimenti di fronte. Sarebbe stato interessante con il CompuBox calcolare i pugni scagliati e quelli arrivati a segno da questi due inesauribili atleti. Alla fine delle 12 riprese il punteggio era il seguente 116-113, 114-115,114-114 e l’arbitro Van de Wiele alzava le mani dei due nell’inequivocabile segno di parità. Un match che presuppone già in partenza una rivincita che si preannuncia incandescente. Sembra di essere tornati alle “grandi sfide” di tempi passati e ben vengano per un pubblico che sa apprezzare “la vera boxe”. I due hanno disputato 12 riprese senza un attimo di sosta combattendo in maniera cavalleresca, con l’arbitro quasi inoperoso. Logicamente come succede in questi casi le fazioni sono tre: d’accordo con il verdetto di parità, chi vedeva vincitore Forte e chi Grandelli. La prima metà del match viaggiava sul binario di una parità altalenante, dove probabilmente in qualche maniera veniva preferito Forte, nella seconda metà a lungo andare Grandelli manteneva un buon ritmo, mentre Forte, sempre pericoloso, dava l’impressione di avere meno birra in corpo. Questo a grossi tratti l’impressione di chi guardava il match nella sua bellezza e spassionatamente.
La serata veniva aperta da due mediomassimi. Il pubblico romano faceva la conoscenza con il francese Voldy Toutin un giovane, 19 anni appena, di cui si dice un gran bene, che in pratica faceva cappotto al serbo Jovan Smilic, dignitoso nella sconfitta pur subendo un conteggio nel secondo round. Era la volta di un beniamino del pubblico romano, parliamo di Sergey Demchenko, 42 anni, opposto all’imbattuto croato Hrvoje Sep. Gli anni di dure battaglie cominciano a farsi sentire su Sergey che affida la soluzione al suo destro che fa ancora male, mentre la velocità dei suoi colpi è diminuita. Sep più basso ma in compenso più veloce si dimostrava abile imponendo un ritmo che il nostro non gradiva non avendo un bersaglio stabile. Ci ha provato e in qualche momento ha illuso. Il II e IV round sono stati duri per Sergey, nel V appariva sul punto di crollare, ma trovava l’orgoglio per scambiare nel VI sia pure incassando qualche colpo di troppo. Per lui sconfitto e per l’avversario vincitore applausi sinceri del pubblico. Il superleggero Armando Casamonica aveva l’opportunità di combattere ancora una volta davanti al suo pubblico e in uno scenario importante come quello del PalaEur. Indubbiamente l’avversario era tutt’altro che facile. Mauro Loli, allenato da Mattioli e Ascani, ha una boxe particolare con braccia veloci e sempre in movimento, sgusciante e non facile da inquadrare, con qualche malizia in più. Casamonica in pratica ha attaccato per tutte e sei le riprese raccogliendo pochi frutti in rapporto ma sufficienti a fargli avere il verdetto a favore, anche se uno dei giudici vedeva il pari. Dopo questo match era la volta delle donne, sempre più protagoniste del nostro sport. Maria “Russian” Cecchi, da poco nominata sfidante europea nei supergallo, aveva di fronte la veterana inglese Bec Connolly. La nostra ragazza, attualmente allenata da Giancarlo Marinelli, in pratica dominava in lungo e in largo un’ avversaria che aveva da opporre la sua esperienza e il suo coraggio. Otto riprese che non hanno certo annoiato con qualche piccolo show della nostra atleta e con l’inglese che terminava ferita al sopracciglio e provata dai colpi di Maria che non sono carezze. Indubbiamente il match più breve e drammatico della serata era quello che vedeva il superwelter Francesco “Dinamite” Russo opposto al quotato inglese Tony Dixon. La durata, appena un minuto, e Russo dopo aver prima abbozzato un attacco veniva centrato da un gancio alla tempia destra che lo faceva crollare al tappeto. Un po’ di apprensione con il pugile a terra che però dopo un po’, controllato dal medico, si rialzava tra gli applausi di sollievo del pubblico.
Nel complesso una bella serata in uno scenario carico di ricordi…che sia l’inizio di una nuova epoca per il pubblico romano?